La pura vida, di Gianluca Gotto: recensione

C’è un’ora d’agosto in cui il frastuono quotidiano si azzera e una voce interna reclama silenzio.
Quando accade, la mente somiglia a un panorama conosciuto mille volte e mai davvero attraversato.
Proprio in quel frangente, La Pura Vida di Gianluca Gotto diventa compagno discreto per chi desidera rallentare senza scappare.
Una pausa che inizia tra le pagine
Alessio, quarantenne milanese con lavoro solido e relazione serena, avverte un vuoto che punge sotto la routine. Rovistando in vecchi ricordi, ritrova una lista di desideri adolescenziali e decide di salpare verso la Costa Rica.
Non parte in cerca di cartoline patinate: sceglie una lentezza nuova, fatta di sorrisi genuini, abbracci al tramonto e conversazioni leggere. Le esperienze vissute dall’autore in territorio costaricano fra 2020 e 2021 emergono con chiarezza sensoriale in ogni capitolo.
Alessio e l’eco della pura vida
La pura vida sfugge a definizioni rigide; è un respiro condiviso più che un concetto. Non solo augurio, bensì modo di stare al mondo: fiducia in chi ti cammina accanto, battito del cuore che rallenta, contatto nudo con la natura.
In un luogo considerato tra i più felici e longevi, questa espressione si trasforma in gentile abitudine, spingendo a gustare la bellezza di un semplice tramonto o di una chiacchierata sincera. Attraverso un linguaggio privo di fronzoli, Gotto lascia spazio di riflessione al lettore sul proprio ritmo esistenziale.
Respirare con lentezza: lezioni da portare a casa
L’autore osserva che in Asia e nell’America Latina la comunità rimane centro vitale: il benessere nasce dalla condivisione più che dall’efficienza. Ricorda ristoratori thailandesi che, senza visitatori, hanno riscoperto la pesca tradizionale e la gioia di una giornata semplice.
Scegliere il libro nei mesi caldi significa concedersi una lettura a passo lento, ideale per serate che si allungano e per spazi interiori che si ampliano. Tra conforto e scossa, la storia suggerisce che la felicità si cela in un respiro profondo, in un gesto spontaneo, in un tramonto diviso con chi ami.
